L’esposizione

Ultimo aggiornamento 08 Giugno 2020

I dati fondamentali fra i tanti visibili all’interno del mirino delle moderne fotocamere sono la velocità di scatto e il diaframma. A questi si aggiungono, a seconda delle fotocamere, dati sulla compensazione dell’esposizione, la carica del flash, i fotogrammi rimanenti, etc.

Velocità di scatto e diaframma sono i valori principali che determinano l’esposizione di un fotogramma.

Una fotografia, quindi, è il risultato della combinazione di due eventi contemporanei: a) la regolazione dell’obiettivo ad un dato valore di diaframma e b) il tempo di apertura dell’otturatore della fotocamera, che determina il passaggio della luce verso la pellicola. Ovviamente, se la fotografia risultante è correttamente esposta, significa che la combinazione tempo-diaframma era corretta. Se la fotografia risultante è troppo chiara o troppo scura, uno o entrambi i valori di tempo e di diaframma erano stati impostati in modo non corretto per quelle condizioni di illuminazione e per quella data sensibilità ISO.

Regola generale con 100 ISO e sole brillante: tempo di scatto = 1/125″ diaframma =  f/16.

Relazione fra tempo di scatto e diaframma

In condizioni normali, le due grandezze, tempo (= tempo di apertura dell’otturatore della fotocamera) e diaframma (= diametro del fascio luminoso attraverso l’obiettivo) sono regolate l’una inversamente rispetto all’altra. Questo rapporto è detto Legge di Reciprocità, formalmente indicata con:

E = I · t

in cui: E = esposizione, I = intensità della luce (= diaframma), t = tempo di scatto.

Questo legame sancisce che il cambiamento del valore dell’uno comporti il cambiamento di un pari valore dell’altro, in direzione opposta. Ad esempio, 1/125″ a f/16 equivale 1/250″ a f/8: il tempo si riduce di uno stop e il diaframma viene aperto di uno stop.

A parità di condizioni di illuminazione, se la coppia corretta tempo-diaframma è, ad es., 1/125″ con f/8, non sarà possibile “aumentare” una delle due grandezze se non “diminuendo” l’altra. Ad esempio, se si volesse aumentare la profondità di campo a f/16, non si potrebbe ottenere uno scatto corretto mantenendo invariato il tempo veloce di 1/125″, dal momento che, passando da f/8 a f/16 abbiamo dimezzato il fascio luminoso attraverso l’obiettivo.

Scattando a 1/125″, otterremmo infatti una foto scura, cioè sottoesposta. Allungando invece il tempo di scatto al valore di 1/60″, cioè raddoppiandolo, potremmo ottenere una foto correttamente esposta, ma con una profondità di campo maggiore grazie al diaframma più chiuso.

Queste regole divengono molto chiare quando si fotografa per molte ore di seguito. Iniziando a fotografare verso il primo pomeriggio, ad esempio, si scatta con tempi medio-veloci e diaframmi chiusi. Mano a mano che si va verso il pomeriggio inoltrato, ci si accorge che la coppia tempo-diaframma iniziale non è più adeguata ed è necessario aumentare il tempo di scatto o aprire maggiormente il diaframma. Verso sera sarà necessario agire su entrambi, oppure montare una pellicola molto sensibile, nel caso della fotografia analogica, o aumentare la sensibilità ISO del sensore, nel caso del digitale, in modo da compensare la caduta di luce ambientale.

Stop

Quando abbiamo accennato alle regolazioni coerenti di tempo e diaframma, abbiamo introdotto il concetto di stop. Lo stop, in fotografia, è il passo principale delle scale dei diaframmi o dei tempi, equivalente a un raddoppio o a un dimezzamento del tempo di esposizione. Tempo di scatto, diaframma e sensibilità della pellicola si rapportano fra loro in termini di stop.

Variare i tempi di scatto di uno stop significa, ad es. passare da un tempo di 1/60″ al suo doppio, cioè 1/30″ (+ 1 stop), oppure alla sua metà, cioè 1/125″ (- 1 stop). Stesso discorso con i diaframmi: un diaframma più “chiuso” equivale ad una variazione di – 1 stop, mentre un diaframma più aperto è una variazione di + 1 stop.

Analogamente, la sensibilità ISO ha valori in termini di stop. Ad esempio: 25, 50, 100, 200, 400, 800.

In realtà , per consentire maggiore flessibilità sul campo e per rispondere alle piccole variazioni della luce, le scale di tempi, diaframmi e ISO sono suddivise in frazioni di stop, generalmente con un incremento in passi di 1/3 di stop. Ad esempio, la scala ISO è (in neretto gli stop pieni) :

6 – 12 – 16 – 20 – 25 – 32 – 40 – 50 – 64 – 80 – 100 – 125 – 160 – 200 – 250 – 320 – 400 – 500 – 640 – 800.

Latitudine di posa della pellicola e luminanza del soggetto

Ogni pellicola ha la sua latitudine di posa (LdP), cioè l’ampiezza della scala espositiva – in stop – che l’emulsione è in grado di registrare.

Nella pratica, la LdP dà il range entro cui l’emulsione si mantiene fedele prima di registrare errori espositivi. Ad esempio, se l’esposizione corretta della scena è X, posso variare tempi e diaframmi in sovra- e sottoesposizione fino a X ± LdP prima che la foto risultante sia visibilmente scorretta.

La LdP delle emulsioni a colori è inferiore a quella dei film in B/N e la LDP delle diapositive a colori è la più limitata, solamente ± 2 stop, in cui gli estremi corrispondono al nero illeggibile e al bianco bruciato, per cui, nelle diapositive, la LdP di sicurezza è di ± 1 stop (+2 . . +1 . . 0 . . -1 . . -2).

Il soggetto da fotografare è caratterizzato da un dato valore di luce, la cosiddetta luminanza. Ogni soggetto, però, non ha un solo valore di luminanza: ha punti chiari, punti scuri e punti medi. L’insieme – in stop – di questi valori definisce il suo campo di luminanza (CdL), cioè il range delle luminanze. Ovviamente, un soggetto ben illuminato e in modo quasi uniforme avrà un CdL basso e sarà “facile” da fotografare. Al contrario, un soggetto illuminato da luci con forti contrasti, come ad esempio una scena in pieno sole, avrà un CdL molto ampio e la foto risulterà poco piacevole, con zone sovraesposte, zone corrette e zone sottoesposte. Ne consegue che è bene che il CdL sia limitato.

La situazione ideale sarà quindi:

CdL = LdP

cioè, il range di luminanza del soggetto deve essere pari al range di tolleranza della pellicola.

Il campo di luminanza è anche detto range dinamico (dynamic range).


Dichiarazione su copyright, autore e proprietà

Tutti i contenuti di questa pagina sono copyright ©️ Chrysis.net se non diversamente specificato - si prega di consultare i singoli casi per dettagli sulla paternità e sul copyright. Gli esemplari nelle foto provengono dalle collezioni personali degli autori o di altri collaboratori e dalle collezioni di vari musei. Salvo diversamente specificato, l'intero contenuto di questo sito Web è a scopo personale, non commerciale, scientifico ed educativo con giusto accredito alla pagina da cui è stato derivato, e conformemente ai Termini e condizioni di Chrysis.net.

Per citazioni

Agnoli G.L. (2024) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - L’esposizione, in: Chrysis.net website. Interim version 20 April 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/manuale-di-fotografia/esposizione/.