Fotografare i paesaggi

Ultimo aggiornamento 27 Agosto 2020

Per paesaggio si intendono diversi soggetti fotografici, dai panorami più ampi ai semplici particolari, il cielo, i fenomeni atmosferici ed esosferici (acque, laghi, fiumi, cascate, etc.).

Luce ed esposizione nella foto di paesaggio

La morfologia di un paesaggio può essere poco interessante, ma potrebbe acquisire significato grazie ai suoi colori, o grazie ai fenomeni che si impostano su di esso. Nelle ultime e nelle prime ore del giorno la luce muta velocemente, colorandosi di rosa, rosso, giallo, blu. Un sole splendente in pieno giorno può essere causa di dominanti, così come un paesaggio ripreso con un grandangolare invece che con un teleobiettivo può risultare banale e insignificante. Se quindi da un lato è di fondamentale importanza la bellezza o la particolarità del paesaggio, dall’altro è indispensabile la tecnica espositiva e la luce di ripresa.

Esempio di paesaggio in cui l'elemento di interesse è rappresentato dai colori autunnali.

Tecniche di ripresa e accorgimenti nella foto di paesaggio

Una foto di paesaggio dovrebbe essere caratterizzata da:

  • massima resa dei dettagli: utilizzare una bassa sensibilità per pellicola / sensore;
  • massima profondità di campo: ricorrere ad un treppiede o ad un appoggio di fortuna;
  • assenza del mosso: usare uno scatto flessibile o l’autoscatto;
  • assenza di elementi di disturbo: comporre accuratamente con la lunghezza focale adeguata;
  • assenza di dominanti cromatiche: usare adeguate compensazioni/bilanciamenti o filtri;
  • assenza di riflessi parassiti: utilizzare un paraluce in caso di luce laterale.

Gli appoggi di fortuna possono essere offerti da tronchi e rami, la borsa fotografica, una roccia, lo zaino, etc., mentre in mancanza di scatto flessibile può essere usato l’autoscatto.

Per quanto riguarda la messa a fuoco e la profondità di campo, è sempre bene mettere a fuoco il soggetto principale (generalmente il più vicino) e includere lo sfondo chiudendo il diaframma dell’obiettivo, ricordando che la ripartizione della profondità di campo è 1/3 davanti e 2/3 dietro il piano focalizzato.

Quale obiettivo per la foto di paesaggio

La scelta dell’obiettivo, al di là delle ragioni oggettive e soggettive per privilegiare un’ottica o una tipologia di ottiche, è un fatto comunque molto personale. Gli obiettivi a focale fissa sono generalmente più corretti degli obiettivi a focale variabile (zoom), anche se gli zoom di classe professionale sono estremamente performanti e hanno pressoché equiparato le focali fisse. Uno degli innegabili vantaggi degli obiettivi zoom è che sono, appunto, zoom: la disponibilità di molte lunghezze focali in un solo obiettivo consente una maggiore flessibilità nel comporre l’inquadratura. Uno zoom ampio e otticamente corretto, come ad es. un 24-105mm, consentirà di disporre immediatamente di lunghezze focali da grandangolare a medio-tele e di valutare inquadrature ampie o strette a piacere.

Ogni paesaggio è costituito da diversi elementi, più o meno significativi. A priori, non è detto che un paesaggio sia significativo nella sua ampiezza, ma potrebbe invece contenere particolari significativi: ecco che il teleobiettivo risulterebbe una scelta vincente.

Il grandangolare nella foto di paesaggio

Quando il paesaggio è interessante fotograficamente in tutta la sua estensione, o quando si vuole contestualizzare nell’ambiente un particolare a noi vicino, si utilizza un obiettivo di lunghezza focale corta, inferiore a 50mm per il formato 24×36 e inferiore a 75mm per il medio formato. Pressoché indispensabile il paraluce (e possibilmente l’originale, cioè l’unico espressamente studiato per non interferire otticamente e non generare vignettatura = oscuramento ai bordi). Se è necessario usare dei filtri, prediligere quelli con montatura ribassata. La linea dell’orizzonte deve essere sempre tenuta sotto controllo, dal momento che la sua inclinazione è particolarmente evidente nelle riprese grandangolari. Prestare attenzione al fatto che e deformazioni prospettiche aumentano dal centro ai bordi dell’inquadratura.

Vantaggi: estesa profondità di campo nitido; senso di immersione e di profondità.
Svantaggi: allontanamento prospettico della scena.
Esposizione: l’esposizione standard ideale è una media fra cielo e terreno.

I grandangolari di 13mm, 14mm e 15mm di lunghezza focale producono immagini ad effetto, con deformazioni prospettiche esageratamente suggestive. Queste focali raccolgono luce da ogni lato, per cui bisogna fare attenzione ai raggi parassiti laterali. Il 20mm, con un’esagerazione prospettica non esasperata, coinvolge l’osservatore e lo spinge dentro la scena, dando grande risalto al primo piano e allontanando lo sfondo. Non ci sono limitazioni nell’uso a mano libera e si può fotografare tranquillamente anche con tempi di 1/4″. Con il 24mm l’effetto grandangolare si riduce in modo notevole, ma è la focale grandangolare più apprezzata dai professionisti. Il 28mm è il grandangolare per eccellenza, mentre il 35mm è molto moderato, tanto che in alcuni corredi può sostituire l’obiettivo “normale” da 50mm.

Il teleobiettivo nella foto di paesaggio

Il teleobiettivo si utilizza in due casi fondamentali: quando si è impossibilitati ad avvicinarsi ad un particolare soggetto o quando si vuole mettere in risalto solo una porzione della scena. Ne risulta un’immagine dalla prospettiva cambiata. Ad esempio, un filare di alberi ritratto con un grandangolare 20mm verrà “allontanato” e la scena acquisirà una grande profondità; ritraendo il filare dallo stesso punto di ripresa con un tele da 200mm si otterrà una compressione prospettica, di altrettanto effetto, ma con gli alberi che sembreranno addossati fra loro.

Più l’obiettivo è potente, più è facile ottenere foto mosse, per cui diventa fondamentale l’uso di un monopiede o di un treppiede pesante, eventrualmente appesantito con un peso centrale (ad es. legando la borsa fotografica all’altezza del baricentro del teleobiettivo).

Paesaggio con teleobiettivo

Quando si usa un teleobiettivo è più facile ottenere immagini mosse con i paesaggi, che non, per esempio, con animali in movimento. Infatti, nel secondo caso, l’insieme teleobiettivo+fotocamera segue il movimento dell’animale con un movimento fluido, non sottoposto alle vibrazioni irregolari tipiche di quando si inquadra un soggetto statico.

Vantaggi: aumento dell’ingrandimento; riduzione dell’angolo di campo; esclusione degli elementi di disturbo.
Svantaggi: compressione prospettica dei piani.
Esposizione: il limitato angolo di campo fa sì che la lettura esposimetrica sia in linea di massima corretta.

Consigli fotografici

  • Fotografare il paesaggio con luce della prima mattina o del pomeriggio inoltrato, quando dominano tonalità calde e i raggi solari sono radenti.
  • Per avere la massima profondità di campo mettere a fuoco “a mano” invece che attraverso il mirino, posizionando il simbolo di infinito non sull’indice di messa a fuoco, ma sull’indice corrispondente al diaframma al quale si desidera scattare, nella scala immediatamente adiacente a quella delle distanze.
  • Effettuare la lettura esposimetrica sulle parti più chiare (aree in luce senza il sole nell’inquadratura), in modo da schiarire le eventuali ombre.
  • Abbassando la fotocamera al suolo si modifica la prospettiva, come pure passando da un tele a un grandangolare: con un 20mm basta indietreggiare di 2 metri dal soggetto per “spedirlo” in secondo piano.
  • Evitare di posizionare eventuali linee forti (ad es. filari di alberi) agli angoli del fotogramma.

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Per citazioni

Agnoli G.L. (2024) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Fotografare i paesaggi, in: Chrysis.net website. Interim version 18 November 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/manuale-di-fotografia/fotografare-i-paesaggi/.