Ultimo aggiornamento 16 Luglio 2020
Questa è la descrizione del nostro attuale metodo di focus stacking, in cui molto è cambiato rispetto al nostro primo test effettuato nel 2010.
Questa tecnica è particolarmente attraente, dal momento che integra macrofotografia, entomologia e digital imaging.
Il set di ripresa
Il nostro set di ripresa è di tipo verticale ed è composto dai seguenti elementi:
- stativo per riproduzione;
- fotocamera su slitta micrometrica;
- obiettivo;
- tavolino micrometrico sull’asse Z;
- scatto flessibile, per ridurre le vibrazioni sulla fotocamera;
- illuminatore.
Lo scatto flessibile unitamente allo scatto ritardato di 2″ consente di ridurre al massimo le vibrazioni indotte al sistema.
Il tavolino micrometrico agisce sull’asse Z e solleva/abbassa il soggetto grazie alla rotazione di una vite. Lo abbiamo fissato a un blocco di legno molto denso e pesante, dotato di piedini in silicone, per ridurre le vibrazioni.
L’illuminatore artigianale è un avvolgimento a LED schermato da una gomma bianca e ulteriormente schermato nella faccia interna per una massima diffusione della luce.
Acquisizione immagini
Dopo alcuni scatti di prova per regolare l’esposizione manuale e il bilanciamento del bianco rispetto alla temperatura di colore dell’illuminatore, iniziamo ad acquisire le immagini visualizzandole sul monitor della fotocamera in modalità live view.
In alternativa a una visualizzazione a display della fotocamera, potremmo visualizzarle a monitor (laptop, pc) grazie alla funzione di remote capture (acquisizione remota) del software Canon EOS Utility.
Nel caso della faccia del criside fotografata a 7X abbiamo acquisito i seguenti 41 scatti – notare le differenze prospettiche fra i primi e gli ultimi scatti:
Postproduzione
Avendo acquisito dei RAW, li importiamo in Adobe Camera Raw, li selezioniamo tutti (dal momento che tutti gli scatti hanno gli stessi parametri di ripresa) e operiamo – se necessario – le seguenti operazioni minime:
- ritaglio (crop), per escludere eventuali bordi in eccesso, pur mantenendo l’aspect ratio;
- correzione del bilanciamento del bianco, in cui proviamo i vari preset;
per poi salvarli in formato TIFF.
Importiamo i TIFF in Zerene Stacker e generiamo lo stack con allineamento degli scatti, salvandolo in TIFF.
Duplicazione del layer
Come da nostra abitudine, duplichiamo il layer dell’immagine, per lasciare inalterata l’immagine importata, e lavoriamo sul nuovo layer.
Fotoritocco
Effettuiamo le correzioni del caso, per rimuovere le imperfezioni dell’immagine (parti inutili, difetti, etc.), lavorando principalmente con gli strumenti di clonazione delle aree adiacenti e “cerotto”.
Livelli
Operiamo poi sui livelli (Image > Adjustments > Levels) per regolare luminosità, contrasto e gamma tonale dell’intera immagine.
Spostiamo leggermente il cursore del bianco sulla scala dei livelli da 0-255 verso sinistra, fino al picco che segna la posizione delle zone chiare dell’immagine. Possiamo fare un’operazione analoga con il cursore del nero profondo, per dare forza alle aree scure. Operando invece sul cursore dei mezzitoni possiamo “aprire” maggiormente zone poco leggibili.
Se invece desideriamo che lo sfondo bianco dell’immagine sia perfettamente bianco, selezioniamo il contagocce del punto bianco e clicchiamo su un’area bianca di sfondo dell’immagine. Se invece stessimo lavorando su un’immagine con sfondo grigio e volessimo marcare quel grigio come grigio medio, allora useremmo il contagocce del punto del grigio medio.
Sharpness
Alla fine delle suddette operazioni, duplichiamo il layer per applicare la sharpness. Lo strumento più utile è il filtro Unsharp mask, in cui si può regolare l’intensità (amount) e il raggio (radius).
Salvataggio finale
Salviamo l’immagine in un formato di archiviazione (che mantenga i layer), nel nostro caso PSD. E da esso esportiamo un’immagine senza layer in formato JPEG o TIFF, a seconda dell’uso che ne dobbiamo fare.
Considerazioni finali
Innanzitutto è solo con dei test approfonditi che ognuno potrà individuare la combinazione di strumenti, illuminazione, tecniche fotografiche e procedimenti software più consona alle sue esigenze, e quindi adatta a costruire un proprio protocollo operativo.
Come in ogni aspetto della fotografia (“la fotografia è luce”), l’illuminazione è un aspetto cardine e critico allo stesso tempo. Consigliamo di evitare strumenti troppo economici o con emissione luminosa non costante o ricche di dominanti. Esistono oggi illuminazioni molto affidabili specifiche per gli acquari, con temperatura di colore calda (4200°K) o fredda (6500°K). E comunque, al di là di quanto dichiarato nelle schede tecniche, è sempre bene effettuare un bilanciamento del bianco preventivo della fotocamera con le luci in uso. Il procedimento è generalmente molto rapido. In alternativa, va effettuata una correzione del bilanciamento del bianco in fase di sviluppo dei file RAW.
La scelta del software stesso è un aspetto fondamentale. Non tutti possono permettersi di acquistare software a pagamento, così come non tutti si trovano bene con quelli free/open source, che spesso presentano bug o procedimenti macchinosi. Va trovato il software giusto per i nostri scopi e per il nostro hardware. Con i software sbagliati si rischia di perdere un sacco di tempo.
Per ultimo, ricordiamo che prima di fotografare è sempre bene curare la pulizia del soggetto. Tutte le immagini qui illustrate, infatti, rivelano la presenza di polvere sul soggetto. Ad occhio nudo ci si accorge della polvere, che si rivela solo ad immagini acquisite. Per cui, un passaggio con un pennellino morbido sotto una lente o un microscopio stereoscopico è sempre consigliabile. Questo non ci evita comunque un lungo lavoro di fotoritocco con cerotto e timbro-clone.
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Per citazioni
Agnoli G.L. (2024) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Esempio di combinazione di foto (Focus stacking), in: Chrysis.net website. Interim version 18 November 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/manuale-di-fotografia/esempio-focus-stacking/.