Ultimo aggiornamento 24 Giugno 2020
La TESTA è ipognata, per cui l’apparato boccale è rivolto verso il basso. Sono presenti due occhi composti e tre ocelli semplici, sul vertice. Lo spazio fra base degli occhi e articolazione delle mandibole è lo spazio malare, di importanza tassonomica. Le antenne si innestano poco al di sopra delle mandibole, in corrispondenza della parte sommitale del clipeo: si incontrano lo scapo, il pedicello e 11 flagellomeri (F-1, F-2, etc.), generalmente cilindrici. La lunghezza relativa dei primi 3 flagellomeri è di importanza diagnostica. Il clipeo è generalmente corto e largo, tranne che nel genere Stilbum. Le mandibole sono semplici e armate di 0-3 denti apicali. La parte centrale della faccia è occupata da una depressione (base dello scapo) atta ad accogliere le antenne in posizione raccolta. La parte sommitale della faccia è la fronte, occupata spesso da una carena trasversale che si protende all’indietro, nell’area degli ocelli (vertex). Faccia e fronte hanno importanza diagnostica.
Il TORACE è suddiviso in 5 segmenti articolati: pronoto, mesonoto (o scuto), scutello, metanoto (o postscutello) e propodeo. La scultura superficiale può essere assente (tegumenti lisci) o intensa (puntuazione, solchi, carene). Al pronoto, comprendente il collo, si articola il primo paio di zampe. Il mesonoto (scuto) è caratterizzato da 3 regioni (2 laterali e una centrale = mesoscuto o mesonoto medio separate dai notauli e lateralmente dalle 2 tegulae che ricoprono l’articolazione delle ali. Lo scutello è generalmente più stretto dello scuto. Il metanoto può essere caratterizzato da un processo spiniforme (Elampus, Parnopes), oppure può essere fuso con il propodeo; è spesso caratterizzato dalla presenza di denti metatoracici laterali. Il propodeo, in realtà da considerare come il primo segmento addominale, è generalmente ripido e privo di una faccia piatta superiore; anch’esso è spesso caratterizzato da due denti laterali. Le zampe sono generalmente adattate per un’attività fossoria, di scavo. I segmenti che compongono le zampe sono l’anca (o coxa), il femore, la tibia e il tarso. La parte terminale del tarso è armata di unghie dentate.
Nella moderna nomenclatura imenotterologica si utilizzano i termini mesosoma (al posto di torace) e metasoma (al posto di addome). Il motivo è dato dal fatto che il primo segmento addominale (il propodeo) è in realtà fuso con il torace e la famosa “vita di vespa” articola due segmenti addominali e non il torace all’addome.
L’ADDOME dei Crisidi è profondamente modificato rispetto all’addome degli altri Imenotteri ed è generalmente ridotto a soli 3 segmenti visibili. Le eccezioni a questa riduzione si riscontrano nelle sottofamiglie Amiseginae, Cleptinae e Loboscelidiinae, che hanno 5 segmenti addominali esterni nei maschi e 4 nelle femmine, nei Parnopinae, che ne hanno 4 nei maschi e 3 nelle femmine, negli Allocoeliini, che presentano invece 2 tergiti (segmenti dorsali) e 3 sterniti (segmenti ventrali) in entrambi i sessi. Nelle altre tribù maschi e femmine hanno 3 segmenti addominali. I segmenti esterni sono generalmente ben sclerotizzati e concavi nella faccia ventrale, tranne che in Cleptinae, Amiseginae e Loboscelidiinae, dove gli sterniti sono convessi. Una struttura diagnostica significativa è il bordo anale dell’ultimo tergite, caratterizzato da denti, carene, proiezioni, macchie. Al di sopra del bordo anale è spesso presente una caratteristica fila di fossette.I segmenti addominali interni formano un tubo telescopico subcilindrico, introflesso a riposo, che costituisce l’ovopositore nelle femmine e il tubo genitale nei maschi. Il pungiglione s.s. è ridotto e non funzionante e funge da organo legato alla riproduzione/ovoposizione. Nei maschi, al termine del tubo è presente la capsula genitale, appoggiata sull’ottavo sternite, strutture di importanza diagnostica.
Nelle misurazioni dei caratteri morfologici effettuate al microscopio si utilizzano pricipalmente le seguenti grandezze:
MOD (Median Ocellar Diameter), ovvero il diametro dell’ocello mediano. Questa grandezza viene usata come unità di misura per tutte le altre misurazioni effettuate su un dato esemplare, che quindi vengono espresse non in modo assoluto (ad es. in millimetri), ma in modo relativo: 2 unità MOD, 3.5 unità MOD, etc. Quando le misure sono espresse in unità MOD, e dal momento che la MOD è proporzionale alle dimensioni complessive del singolo esemplare, è possibile confrontare le medesime misure acquisite su esemplari differenti, in modo da poter fare medie o altre statistiche.
OOD (Ocellar-Ocular Distance), ovvero la distanza minima fra ocello laterale e occhio composto.
PD (Puncture Diameter), ovvero il diametro della puntuazione in una data area, come ad es. il pronoto, il T-2, etc.
Le fotomicrografie sono state ottenute con un SEM JEOL JSM-5400, previa doratura dell’esemplare (Chrysis scutellaris) tramite ionizzazione sotto vuoto (JVG-N1 Gauge e con JEE-4B Evaporator).
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Per citazioni
Agnoli G.L. & Rosa P. (2024) Morfologia dei Chrysididae, in: Chrysis.net website. Interim version 18 November 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/chrysididae/morfologia-dei-chrysididae/.