Ultimo aggiornamento 13 Marzo 2022
Il progetto
Soprannominata “The Tank”, la Canon T90 fin dalla sua apparizione sul mercato nel 1986 rappresentò un cambio brusco col passato e si propose ben presto come l’anello di congiunzione fra le Canon tradizionali della Classe A (A-1, AE-1, etc.) e le future Canon autofocus, i cui modelli attuali mantengono ancora dei chiari richiami morfologico-funzionali alle innovazioni introdotte sulla T90. Disponendo di un sistema fotografico completo e assolutamente innovativo – dalla fotografia multiflash TTL ai dorsi multifunzione – la Canon T90 fu una fotocamera nata semiprofessionale, ma adottata da moltissimi professionisti e affiancata sia alle professionali F1-N della serie FD, sia alle successive EOS autofocus.
Per certi versi, la sua nascita fu prematura e il suo pieno potenziale non fu mai colto dal pubblico: i tempi non erano ancora maturi per accettare una fotocamera “futuristica” in tutto, nel design, nelle funzioni, nel sistema di accessori. Per questo, commercialmente non fu fortunata, ma, fatto sicuramente più importante, servì alla Canon per porre le basi dell’evoluto sistema fotografico autofocus che ne derivò, nelle forme, nelle funzioni e nella tecnologia.
La Canon T90 fu disegnata dal designer italo-tedesco Luigi Colani, all’insegna dell’ergonomia e delle linee curve più innovative, grazie anche all’impiego di lavorazioni del guscio esterno impensabili fino a quegli anni. La T90 fu dotata di tecnologie sofisticate e affidabili, grazie all’impiego massiccio dell’elettronica e di componenti elettromeccanici, secondo la filosofia che mosse Canon in quel tempo: “Everything that can be automated is automated“.
Il progetto T90 aveva lo scopo di sostituire la gloriosa e fortunata Canon A-1 del 1978 con una nuova fotocamera ancora più avanzata, ma allo stesso tempo innovativa e completamente originale nel concetto. Per cui, molti sforzi furono indirizzati verso l’ergonomia, lo studio dei materiali migliori, la disposizione dei comandi (raggiungibili ad occhi chiusi). Ne nacque una fotocamera perfettamente rispondente agli obiettivi del progetto, ma sicuramente prematura per il pubblico, sia per l’eccesso di innovazione, sia perchè costruita per fotografi esperti.
Viste, mirino, pannello LCD, elettronica.
Caratteristiche
In una forma ergonomica e funzionale, la Canon T90 racchiude un’elettronica e una componentistica avanzate ed affidabili: 1) motori incorporati, capaci di raffiche a 4.5 fotogrammi al secondo (f.p.s.) e a basso consumo energetico (utilizzano solo 4 batterie da 1.5V “AA”), preposti anche allo svolgimento delle operazioni di caricamento, avanzamento, riavvolgimento della pellicola; 2) otturatore preciso e veloce, capace di un tempo massimo di 30″, di un tempo minimo di 1/4000″ e di un tempo di sincro-flash reale di 1/250″ (o superiore, in TTL-mode); 3) quattro modalità di lettura esposimetrica (media pesata al centro, semispot, spot, multispot); 4) più modalità di esposizione (Manuale, Program, Program Tele, Program Wide, Tv, Av); 5) accessori dedicati con funzioni speciali, che ne estendono le funzionalità (flash, macroflash, dorsi multifunzione, telecomandi a distanza) e perfetta integrazione nel sistema FD (obiettivi, moltiplicatori, accessori per macrofotografia).
Motori incorporati
Il motore incorporato nella T90 consente di fotografare a cadenze di 4.5 f.p.s. (modalità HIGH) e di 2 f.p.s. (modalità LOW). In modalità Stop-Down (a diaframma inserito) la cadenza di scatto sale a 5 f.p.s. In modalità SINGLE si occupa dell’avanzamento del singolo fotogramma. La modalità di scatto si commuta automaticamente da HIGH a LOW a SINGLE al decadimento della carica delle batterie. Essendo un motore a basso voltaggio, il consumo delle batterie è molto contenuto e l’alimentazione è assicurata semplicemente da 4 batterie da 1.5V tipo “AA”. Altri due motori affiancano quello principale: un motore si occupa del riavvolgimento della pellicola e un altro del funzionamento dell’otturatore. In tal modo è ottimizzata la specializzazione dei singoli elementi.
Otturatore
L’otturatore, per poter operare durante le raffiche motorizzate, è stato progettato per 270 cicli al minuto e sottoposto a test di durata. La velocità di 1/4000″ è stata raggiunta tramite un dispositivo a magente permanente (PMS), che regola lo sgancio verticale delle lamelle (4 per la prima tendina, 4 per la seconda tendina) costruite in superduraluminium rivestito. Il magnete è temporizzato e controllato elettronicamente. L’otturatore è anche assistito da una molla a torsione, che trasferisce un’accelerazione per l’apertura con basse vibrazioni. Un doppio dispositivo di decelerazione presiede al rallentamento accurato della corsa delle lamelle, tramite un rallentamento iniziale morbido, seguito da un rallentamento immediato e brusco. L’analisi degli urti durante lo scatto dell’otturatore (grafico a sinistra) mostra valori bassissimi e rimbalzi assenti, che consentono scatti con tempi lenti senza rischi di “mosso”.
Letture esposimetriche
In anteprima mondiale, la Canon T90 viene dotata di tre modalità di lettura esposimetrica commutabili con qualunque obiettivo e situazione fotografica semplicemente ruotando un selettore. Inoltre, la T90 dispone di una modalità multispot (fino a 8 spot) con la possibilità di compensazione manuale per le ombre (SHADOW) e per le alte luci (HIGHLIGHT) con incrementi di 1/2 stop. Alle modalità di misurazione esposimetrica si aggiunge la funzione di memoria dell’esposizione e di blocco dell’esposizione. La ghiera di compensazione dell’esposizione permette sovra- e sotto-esposizioni intenzionali in passi di 1/3 di stop.
sistema per fotografia generica in condizioni normali. L’esposimetro misura l’intero campo inquadrato, attribuendo maggior peso alla porzione centrale e un peso via via minore dal centro verso i bordi.
sistema a copertura parziale, pari al 13% centrale dell’inquadratura. Consigliato quando si vuole esporre correttamente un soggetto piccolo rispetto all’area totale, ad esempio il viso di una persona.
sistema a copertura limitata (2.7% dell’area inquadrata), richiesto quando si vuole una misura precisa di un particolare della scena, come nella telefotografia e nella macrofotografia e fotomicrografia
Nota: Le letture sono falsate quando viene utilizzato un filtro polarizzatore lineare, per cui si deve ricorrere ad un polarizzatore circolare.
Modalità di esposizione
1) Priorità dei Tempi [Tv]
Con l’obiettivo su “A”, si imposta il tempo di scatto desiderato e la fotocamera regola automaticamente il diaframma. Questa modalità può essere assistita dal modo “Safety Shift” [] che regola tempi inferiori o superiori nel caso in cui il tempo impostato manualmente non sia compatibile con le condizioni di luce. Scala dei Tempi (dal più veloce al più lento): 1/4000″ 1/3000″ 1/2000″ 1/1500″ 1/1000″ 1/750″ 1/500″ 1/350″ 1/250″ 1/180″ 1/125″ 1/90″ 1/60″ 1/45″ 1/30″ 1/20″ 1/15″ 1/10″ 1/8″ 1/6″ 1/4″ 1/3″ 1/2″ 0″7 1″ 1″5 2″ 3″ 4″ 6″ 8″ 10″ 15″ 20″ 30″.
2) Priorità dei Diaframmi [Av]
Con l’obiettivo su “A”, si imposta il diaframma desiderato e la fotocamera regola automaticamente il tempo di scatto. Questa modalità può essere assistita dal modo “Safety Shift” [] che regola diaframmi più aperti o più chiusi nel caso in cui il diaframma impostato manualmente non sia compatibile con le condizioni di luce. Scala dei Diaframmi (dal più aperto al più chiuso): 1.2 1.4 1.8 2.0 2.5 2.8 3.5 4 4.5 5.6 6.7 8 9.5 11 13 16 19 22 27 32.
3) Program standard [Program]
Con l’obiettivo su “A”, sia il tempo sia il diaframma sono automaticamente impostati dalla fotocamera in base ai valori di luce dell’inquadratura. Il programma manterrà una esposizione mediana fra tempi e diaframmi, non privilegiando un modo in particolare.
4) Program variabile [P-wide, P, P-tele]
Con l’obiettivo su “A”, questo tipo di Program ha una posizione centrale [P] identica al Program standard e sei posizioni speciali, tre di tipo WIDE (sempre più nella direzione della priorità dei diaframmi) e tre di tipo TELE (sempre più nella direzione della priorità dei tempi). In questo modo, stando in posizione di Program si può velocemente commutare l’esposizione per una prevalenza dei diaframmi o dei tempi di scatto.
5) Manuale
Con l’obiettivo non su “A”, si regola il tempo di scatto (Tv) e si sceglie il diaframma manualmente sull’obiettivo.
6) Stopped-Down AE
Con l’obiettivo non su “A”, e con Av, Program, P; nel mirino compare solo il tempo di scatto. Questa modalità viene usata quando si usano accessori per macrofotografia senza trasmissione automatica del diaframma. Si fotografa al diaframma reale (la visione attraverso il mirino risulta tanto più scura quanto più si chiude manualmente il diaframma sull’obiettivo). Se l’obiettivo FD non viene disinserito da “A” si incorre in un errore segnalato nel mirino dal messaggio [].
7) Stopped-Down a indice fisso
Con l’obiettivo non su “A”, e con Tv. E’ una modalità simile alla precedente, ma in questo caso il controllo del tempo impostato è assistito, tramite questa messaggistica: [] indica un’esposizione corretta; [] indica rischio di sottoesposizione, quindi la necessità di aprire (OPen) il diaframma; [] indica rischio di sovraesposizione, quindi la necessità di chiudere (CLose) il diaframma.
8) Posa lunga “B”
Per pose più lunghe di 30″. Obiettivo in manuale e tempo deciso dal fotografo (bisogna usare lo scatto flessibile elettrico o, nel caso di pose veramente lunghe, il dorso Command Back 90 e chiudere il mirino con le tendine apposite alla sinistra dell’oculare, per evitare l’ingresso di luce parassita). Durante le pose lunghe la T90 va in risparmio energetico.
Anteprima dell’esposizione
Con il pulsante raggiungibile col pollice destro si attiva la lettura esposimetrica (in alternativa alla pressione del pulsante di scatto per metà corsa) e rimane attivata fintanto che il pulsante viene tenuto premuto.
Messaggi nel mirino
LED fissi: esposizione corretta | |
LED diaframmi lampeggiante: diaframma non corretto | |
LED tempi lampeggiante: tempo non corretto | |
LED lampeggianti: tempo e diaframma non corretti |
Contafotogrammi rimanenti
Quando si usa una pellicola con codice DX, alla destra del mirino compare questa simbologia per ricordare i fotogrammi residui.
Le prime 6 schermate indicano rispettivamente 36 fotogrammi (6 tacche), 35-30 fotogrammi (5 tacche), 29-24 fotogrammi (4 tacche), 23-18 fotogrammi (3 tacche), 17-12 fotogrammi (2 tacche), 11-10 fotogrammi (1 tacca).
Dopodichè si passa ad un conto alla rovescia corrispondente al numero indicato: 9 fotogrammi rimanenti, 8, 7, etc.
Funzioni speciali
Spot singolo
In questa modalità di lettura viene analizzato un solo punto dell’inquadratura, corrispondente al cerchio più interno del mirino, per cui il soggetto principale – o la parte principale di esso – va inquadrato al centro. La lettura spot viene attivata per 30″ alla pressione del pulsante relativo (freccia rossa qui a fianco). La lettura spot è attivata anche alla pressione del pulsante di scatto, ma in questo caso non viene memorizzata per 30″.
All’attivazione della lettura spot si attiva anche la scala con indice fisso triangolare alla destra del mirino. Se, durante i 30″ di lettura memorizzata si sposta l’inquadratura, comparirà un secondo indice, mobile, sulla scala del mirino, indicante lo scarto in stop rispetto alla prima lettura dei nuovi punti inquadrati. In tal modo, si può valutare lo scarto in stop (±4) fra il particolare inquadrato e lo sfondo, prima di scattare. Per una correzione dell’esposizione si ricorre alla correzione H/S. La lettura spot viene falsata dai seguenti fattori: utilizzo di polarizzatore lineare (usare un pola circolare); riflettenza del soggetto. E’ comunque molto utile nei casi di controluce o di fotografia con teleobiettivo o di macrofotografia.
Multispot
Con questa modalità, ottenibile solamente premendo il pulsante spot, possono essere acquisite e memorizzate fino a 8 letture spot di punti differenti della scena, in modo da segnalare alla fotocamera i punti che sono sicuramente da esporre correttamente (esempio: un viso e una parte dello sfondo). L’esposizione finale è una media pesata, per cui più spot verranno memorizzati su un particolare, migliore sarà la resa del particolare stesso. Ad ogni pressione del pulsante spot vengono aggiornati i valori di tempo e diaframma che compaiono nel mirino ai valori pesati. Anche in questa modalità compaiono indici fissi e indici mobili e vale la correzione H/S.
Correzione H/S
H (= Highlight) si usa sui particolari chiari; S (= Shadow) si usa sui particolari scuri.
Questa compensazione si ottiene con i due pulsanti alla destra del pulsante di anteprima dell’esposizione e vale sia nel caso di spot singolo, sia nel caso di multispot. Il pulsante H muove l’indice fisso verso l’alto (nel verso della sovraesposizione), mentre è il contrario per il pulsante S. La compensazione ottenuta serve ad esporre correttamente soggetti particolarmente chiari o particolarmente scuri.
Esposizioni multiple [ME]
La Canon T90 consente fino a 9 esposizioni multiple sullo stesso fotogramma. Bisogna impostare il numero di esposizioni multiple (in figura 3, ad esempio) e scattare: il contaesposizioni decresce di 1 ad ogni scatto e all fine la fotocamera passa al fotogramma successivo, automaticamente. In questa modalità è bene che le esposizioni più scure siano le prime della sequenza, in modo che le successive – più chiare – non vengano oscurate. Inoltre, si impone una compensazione dell’esposizione (vedi tabella), dal momento che il fotogramma viene esposto più volte.
esposizioni multiple
|
compensazione (stop)
|
---|---|
2
|
1/2
|
3
|
1/2 ~ 1/4 |
4
|
1/4
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Disegni
Brochure e pubblicità
Da una brochure Canon degli anni ’80
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Per citazioni
Agnoli G.L. (2024) Un tributo alla Canon T90, in: Chrysis.net website. Interim version 23 November 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/canon-t90/.