Ultimo aggiornamento 16 Luglio 2020
Tecnica fotografica sofisticata, che offre risultati spettacolari per nitidezza e profondità di campo.
E’ necessario un ambiente totalmente oscurato, con la fotocamera fissata su di un solido stativo a colonna. Il soggetto viene illuminato da una lama di luce continua attraverso una feritoia anulare di circa 0.1-0.2mm, in posizione fissa. Il soggetto, invece, è posizionato su di un portaoggetti mobile che si abbassa a velocità infinitesimale lungo l’asse ottico dell’obiettivo, mediante un pistone ad olio controllato elettronicamente o un motorino demoltiplicato.
L’otturatore viene mantenuto aperto sulla posa “B” e la messa a fuoco è fissa alla distanza dell’anello di luce. Al passaggio del soggetto attraverso l’anello di luce, la pellicola lo registra per piani successivi, tutti nitidi.
La velocità di abbassamento varia da 1mm/sec a 1mm/100sec, a seconda dell’intensità della luce utilizzata, della sensibilità della pellicola/sensore e del tipo di soggetto. La durata dell’esposizione è il tempo impiegato dal soggetto per attraversare completamente il fascio di luce. Ad esempio:
- soggetto alto 20mm con velocità di 1mm/min: esposizione di 20min.
- soggetto alto 20mm con velocità di 1mm/30sec: esposizione di 10min.
Il grande vantaggio della macrofotografia a scansione risiede nell’aggirare le leggi che regolano i limiti della profondità di campo.
In generale, la formula della profondità di campo (PDC) è:
in cui:
f = diaframma impostato
G = rapporto di ingrandimento n:n
30 = coefficiente fisso.
Ad esempio, con un rapporto di ingrandimento G = 1:10 (cioè 0.1 ingrandimenti) e un diaframma f/16 si ha una PDC pari a 117.33 millimetri, cioé 11.7cm. Con G = 1:1 (1x) e f/16 si ha una PDC di 2.13 millimetri. Con G = 10:1 (10x) e f/16 si ha una PDC di 0.12 millimetri.
Quindi, la PDC decresce velocemente all’aumentare dell’ingrandimento. O si mantiene un ingrandimento basso, o si diaframma al massimo, ma oltre un certo diaframma gli obiettivi macro non “chiudono”.
Dal momento che la PDC raddoppia ogni volta che si chiude il diaframma di 2 stop, per fotografare a 1:1 un oggetto di 20mm di altezza, rendendo i 20mm tutti nitidi, occorrerebbe un diaframma f/256, purtroppo impossibile da avere. Di qui il vantaggio della macroscansione, che mette insieme sullo stesso scatto i piani sicuramente nitidi del soggetto.
Le macrofotografie a scansione sono estremamente nitide e ricche di particolari, ma lo sfondo risulta immancabilmente nero. La prospettiva, inoltre, viene modificata, non esistendo più una fuga prospettica. Queste limitazioni restringono il campo di azione della tecnica all’acquisizione di immagini scientifiche o in serie, dove la presenza di uno sfondo nero può essere un vantaggio in termini di omogeneità delle immagini. Per via dell’alta definizione delle immagini risultanti, è indispensabile pulire il soggetto con un pennellino sotto un microscopio stereoscopico.
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Per citazioni
Agnoli G.L. (2024) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Macrofotografia a scansione (Macroscansione), in: Chrysis.net website. Interim version 20 December 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/manuale-di-fotografia/macrofotografia-a-scansione/.